inaugurazione: sabato 8 dicembre 2021 hh 17.00 | (sala mostre contrada del carmine,2F Brescia)
INAUGURAZIONE MOSTRE
LUCE DEI GIORNI PASSATI FOTOGRAFIE DI FABIANA ZANOLA
VITA CONTEMPORANEA FOTOGRAFIE MICHELA GHIDINI E ROBERTO ROMAGNOSI
MOSTRA NEL CASSETTO: SARAJEVSKA RAPSODIJA A CURA DI FULVIO CASAGRANDE
SPECIALE SPAZIO SOCI: walking in london di MASSIMILIANO FERRARI
MOSTRA STORICA A CURA DI GABRIELE CHIESA: ALDO MARCI. FOTOGRAFIE AL COLLODIO SUI CAMPI DI BATTAGLIA RISORGIMENTALI
Contrada del Carmine, 2F Brescia
Read more: Mostre dicembre: FABIANA ZANOLA, MICHELA GHIDINI E ROBERTO ROMAGNOSI e altri
Sabato 25 settembre alle ore 17 presso la sala conferenze del Museo verranno effettuate le premiazioni dei vincitori del 47° concorso Premio Brescia di Fotografia Artistica.
In questa occasione verrà premiato anche il vincitore del contest Instagram dedicato alla Mille Miglia 2020 e del concorso interno 2020.
Vista la situazione di emergenza l'annuncio dei vincitori era stato dato in diretta facebook sabato 14 novembre e la galleria con le fotografie è visibile sul sito del museo.
Read more: premiazione dei vincitori del 47° concorso Premio Brescia di Fotografia Artistica
inaugurazione: sabato 11 settembre 2021 hh 17.00 | (sala mostre contrada del carmine,2F Brescia)
"Dentro la prima zona rossa", fotografie di Marzio Toniolo
Il 20 febbraio 2020, presso l’ospedale di Codogno, a 2 km da casa mia, è stato accertato il primo focolaio della pandemia di Covid-19. Il primo in Italia. Il primo in Europa. Il primo nel mondo occidentale. Nessuno avrebbe mai immaginato che quello sarebbe diventato l’epicentro di un evento in grado di cambiare ben presto le nostre vite e quelle dell’intero pianeta.
A fine marzo ci saremmo trasferiti nella nuova casa e, nel mentre, eravamo ospiti dai miei nonni già da qualche mese. Quel giorno, invece, è cambiato tutto e ci siamo ritrovati all’interno della cosiddetta Zona Rossa: un territorio di dieci paesi blindati dalle forze dell’ordine. Ho vissuto i primi 18 giorni di isolamento con mia moglie, nostra figlia di quasi tre anni, i miei nonni e mio padre, qui in visita dalla Sardegna. Sei persone per
quattro generazioni diverse all’interno della stessa abitazione.
Da allora ci siamo abituati al timore di imbatterci in questo nemico accompagnati dall’angoscia, dal terrore e dalla speranza. Nel mentre la convivenza si è fatta talvolta difficile, così come il mantenimento di un equilibrio nelle dinamiche familiari, dominate dall’esuberanza di mia figlia e, per contrappeso, dalla demenza senile di mio nonno.
Dopo i primi giorni di notizie ed indicazioni piuttosto confuse, la paura ha lasciato spazio all’idea che il virus non costituisse un pericolo importante. L’assenza di traffico ha fatto sì che la gente si riappropriasse degli spazi aperti, creando assembramenti e favorendo la trasmissione della malattia.
I contagi sono aumentati vertiginosamente ed il tasso di mortalità si è mediamente quadruplicato rispetto all’anno precedente. Quando è stata proclamata l’estensione a tutta l’Italia delle restrizioni, qui stava già avvenendo un cambio di rotta importante riguardo i comportamenti sociali: la limitazione di ogni spostamento e l’adozione delle prime forme di distanziamento fisico hanno anticipato i decreti, permettendo al nostro
territorio, nonostante fosse considerato zona di focolaio da Covid-19, di abbattere il numero dei contagi e dei decessi nel giro di due mesi. Oggi la situazione, nella Zona Rossa di Codogno e dintorni, è in costante miglioramento.
In questo tempo abbiamo potuto, a modo nostro, preparare all’impatto le persone fuori da questo territorio, specialmente in quelle zone d’Italia e del mondo in cui il pericolo legato al Covid-19 non veniva nemmeno preso in considerazione.
Quanto accaduto mi ha permesso di confrontarmi con le dinamiche alienanti, sospese e provanti dell’isolamento e della sofferenza e, per contrasto, con la naturale ricerca della vita; è il compendio in cui ho potuto sperimentare una condizione unica anche per la documentazione fotografica diventando il testimone e corrispondente dalla prima zona rossa italiana.
MARZIO TONIOLO
E' nato nel 1984 a Ponte dell'Olio (Pc). Dopo otto anni trascorsi nella provincia di Lodi si trasferisce con la famiglia in Sardegna, a Dolianova (Ca), dove vivrà per più di vent'anni. Nel 2015 torna in Lombardia, prima a Milano e tre anni dopo a San Fiorano (Lo), in cui risiede con la moglie Chiara e la figlia Bianca. Laureato in Scienze della Formazione Primaria, è docente di scuola primaria e fotografo freelance per l'agenzia Reuters.
Autodidatta, la sua passione per la fotografia nasce in tempi relativamente recenti, spinta dall’esigenza di caratterizzare la vita ed i soggetti di una casa di riposo per anziani.
Il suo modo di scattare si è evoluto alla ricerca, forse non fondamentale, di un'identità; ma è l'elemento umano, in tutte le sue forme, ad affascinare ed essere sempre presente nelle sue immagini nella sua componente narrativa più che antropologica: il bisogno è quello di documentare o, meglio, raccontare. Lo fa soprattutto durante i suoi viaggi, dall'Iran agli Usa passando per i paesi dell'area balcanica e a quelli dell'ex Unione Sovietica.
Le sue foto sono state pubblicate su giornali, riviste o magazine internazionali tra cui possiamo citare CNN, Le Monde, Der Spiegel, NZZ, Liberation, La Repubblica, Zeit, VG, Voice of America, Lensculture, Eye Photo Magazine, Arttribune, Pellicola Mag, Huck Magazine e The Mammoth's Reflex.
contestualmente verranno inaugurate anche le seguenti mostre
MOSTRA NEL CASSETTO: OMAGGIO ALL’11 SETTEMBRE fotografi di FABIO CIGOLINI BFI
SPECIALE SPAZIO SOCI: PAIN CHANGES DI ROSSELLA GIACOMELLI
MOSTRA STORICA: Ivorytype - Kromotype - Crystoleum. I processi fotografici originari a coloritura manuale.
Mostra di rarissimi esemplari originali: 1860-1920.
inaugurazione: sabato 11 settembre 2021 hh 17.00 | (sala mostre contrada del carmine,2F Brescia)
"Incomunic-abili", fotografie di Ivan Bignami
Il progetto "Incomunic-abili (Un caffè insieme)" è un work-in-progress che indaga le situazioni in cui la comunicazione tra gli individui di un nucleo familiare si è interrotta. Durante lo shooting, ho chiesto ai partecipanti a questo progetto di rivivere quelle circostanze, inserendole nella cornice che rappresenta la situazione conviviale per eccellenza, la pausa caffè, ma che, nello scorrere della quotidianità, può arrivare a perdere completamente questa accezione, tramutandosi, al contrario, in una routine priva di comunicazione che esacerba le difficoltà dello stare insieme. Ne è scaturita una
serie di fotografie ironiche e surreali, di ricercata teatralità, che mettono in scena un gioco in cui i soggetti ritratti rappresentano sé stessi, in una performance che li rende al tempo stesso attori e spettatori.
L'idea di questo lavoro è nata dall’osservazione delle dinamiche nei rapporti tra i miei familiari. Ho sempre attribuito la difficoltà e lo scarso interesse all’interazione alla loro età avanzata e ai lunghi anni di matrimonio. Ma col procedere della ricerca fotografica, è emerso che anche famiglie più giovani presentavano simili momenti di comunicazione mancante, che emergevano con più forza soprattutto nelle occasioni più conviviali. Tutti
"incomunicabili", ognuno in modo diverso. Essendo un work in progress, questo progetto è costantemente alla ricerca di persone disposte a mettersi in gioco, per diventare protagonisti e osservatori dei loro piccoli o grandi momenti di incomunicabilità.
Ivan Bignami
Ho iniziato a interessarmi di fotografia nel 2011. Dopo diverse esperienze con alcuni studi fotografici di Bergamo e Brescia, ho scelto di dedicarmi alla mia personale ricerca artistica attraverso l’esplorazione di linguaggi e tematiche più affini ai miei interessi. In particolare, da qualche anno ho iniziato a indagare alcuni aspetti della relazione con l’altro, in riferimento al contesto, alle azioni, alle intenzioni. Sono nate così serie fotografiche ispirate al tema dei rapporti sociali in ambiti diversi, a partire dalle relazioni nel contesto familiare, passando attraverso l’analisi del nostro “doppio” sociale, fino alle sue
declinazioni più estreme che mi hanno portato a esplorare il tema dell'alienazione prodotta dalle nuove forme di individualismo nei contesti urbani. Quest’ultimo lavoro è stato coniugato a una ricerca grafica sul "guardare la città" e l'interpretazione inconscia delle sue geometrie.
contestualmente verranno inaugurate anche le seguenti mostre
MOSTRA NEL CASSETTO: OMAGGIO ALL’11 SETTEMBRE fotografi di FABIO CIGOLINI BFI
SPECIALE SPAZIO SOCI: PAIN CHANGES DI ROSSELLA GIACOMELLI
MOSTRA STORICA: Ivorytype - Kromotype - Crystoleum. I processi fotografici originari a coloritura manuale.
Mostra di rarissimi esemplari originali: 1860-1920.