esposizione dal 3 al 23 ottobre 2015 | inaugurazione: sabato 3 ottobre 2015 hh 17.00 | sala mostre e conferenze
Una mostra collettiva che racconta tre visioni diverse della fotografia: tre fotografi tra Romagna e Veneto legati dalla passione per l’arte della luce.
Massimo Bertozzi ha iniziato a fotografare alcuni anni fa trascinato da un amico che gli ha messo tra le mani una reflex, un incontro fulmineo ed inaspettato che lo ha portato ad interessarsi sempre di più alla fotografia. Secondo Bertozzi, la fotografia non finisce con lo scatto, ma spesso comincia con questo.
Alberto Bissacco, che vive in un paese lungo la Riviera del Brenta, si appassiona alla fotografia tardi, con il rammarico di aver scoperto solo a quarant’anni questo modo di vedere il mondo. Ho fatto “sua” una frase che lesse in un libro di fotografia: Si può trarre ispirazione da ogni cosa, la bellezza si nasconde nei luoghi più strani. Fotografare significa osservare il mondo per trovarla, immortalarla e condividerla”. E questo è il suo modo di intendere la fotografia.
Marcello Zavalloni, nato a Cesena, inizia a fotografare da ragazzino con una Kodak. Nel 2007 inizia ad utilizzare una Canon Eos 350D e frequenta un corso di fotografia dove apprende i rudimenti dell'uso e del meccanismo delle reflex e assiste alla magia dello sviluppo di immagini in camera oscura. L'avvento dei social network è l'occasione per condividere le prime immagini,entra a far parte della piattaforma " Adoroletuefoto" che risulta essere un’esperienza formativa. Oggi continua a scattare, con l’obiettivo di riuscire a rubare un sorriso a chi osserva le sue fotografie.
VENEZIA CONTEMPORANEA
Fotografie di Piero Beghi, Ettore Pilati,Giacomo Nodari
Progetto a cura di Photitaly
Contemporanea nella sua accezione di sostantivo significa anche “simultanea, sincrona”, mentre come avverbio indica “odierno, attuale, moderna”. Il lavoro di Piero, Ettore e Giacomo si pone secondo entrambe le accezioni, in altre parole documenta il lavoro di tre fotografi realizzato nello stesso luogo, nello stesso tempo e che vuole altresì documentare quella che è Venezia oggi agli occhi del non-turista. Di questi autori conosco anche i loro lavori precedenti e mi permetto di dire che ritengo “Venezia Contemporanea” probabilmente il più felice fra essi e per vari motivi. In primis quello della scelta dello smartphone come fotocamera - che sottolinea una preferenza in linea con la contemporaneità che il lavoro vuole restituire – e che rende un’immediatezza non filtrata da sofisticate tecniche di post-produzione. L’idea di partenza è sicuramente molto interessante e non facile da attuare perché di Venezia si ha sempre una certa visione stereotipa dalla quale è difficile slegarsi. Ma la sua qualità forse più importante e quella di mettere in evidenza la soggettività della fotografia che oggi, ancora molti fotografi, considerano come riproduzione fedele della realtà: qui siamo negli stessi luoghi, negli stessi istanti ma i tre punti di vista – o se si preferisce le inquadrature - sono completamente differenti a riprova di quanto incida la scelta del fotografo nella resa di un luogo, una persona, un paesaggio, ecc. Infatti, osservandole bene, ogni serie di immagine mostra una sorta di stile che le unisce con un filo rosso: c’è chi è molto rigoroso nell’inquadratura (quasi sempre frontale e molto descrittiva); c’è invece chi si diverte a mediare l’immagine attraverso riflessi, ombre, prospettive sghembe e, infine, c’è il “solitario” che ama renderci una visione molto introversa, a volte un po’ atipica, di Venezia. Se non fosse che questa città è così fortemente riconoscibile in ogni suo tratto, nessuno dei tre autori ha scelto la parte più turistica (Piazza San Marco, il Ponte di Rialto, ecc.), ma tutti hanno optato per quella più marginale, quella meno glamour, quella che a noi italiani piace di più perché ci fa credere di poter viverla come se fossimo veramente suoi abitanti. Non a caso gli autori si materializzano sotto forma di ombre o di persone in alcune immagini. Ecco allora i lavori di pulizia del Canal Grande, i “mercati galleggianti” e anche i mucchi di immondizia che mettono a fuoco un problema comune a molte città italiane. Privata dei suoi luoghi prettamente turistici, della pletora di turisti che la soffocano, ecco che Venezia diventa una città a misura di uomo, dove si può passeggiare, si può fare la spesa, dove si vive una vita normale: dall’incanto si passa al disincanto, alla quotidianità attraverso il semplice clic di uno smartphone dietro al quale c’è un pensiero profondo, una ricerca tesa a narrare la normalità. Venezia Contemporanea potrebbe sembrare un lavoro semplice ma, come ho detto all’inizio, così non è (basta guardare la durata temporale che scandisce le immagini: in 5 ore e 20 minuti bisogna avere le idee molto chiare per portare a termine questo lavoro in maniera così pulita e, al tempo stesso complessa) anche se i tre autori hanno saputo renderlo tale sfuggendo alle mille trappole disseminate sul loro cammino. Dopo Consonno e Venezia, chissà quale altra attrazione turistica ci riserveranno?
Cinzia Busy Thompson
MOSTRA NEL CASSETTO: BRESCIA E IL LAVORO 1970/80
IN ESPOSIZIONE FINO AL 26 OTTOBRE 2015
ORARI DI APERTURA: MART-MERC-GIOV 9-12 / SAB-DOM 16-19
INGRESSO LIBERO