A soli dodici chilometri da Milano, e a circa venti minuti dal centro della città, esiste un luogo dove la realtà contadina, insediata per lo più all'interno del Parco Sud di Milano, mantiene ancora uno stile di vita rurale. Contadini, mungitori e pastori mantengono viva questa zona, preservandola e custodendo gelosamente le vecchie tradizioni del territorio.
Il trascorrere delle ore viene letto per lo più con l'aiuto dalla luce solare; il telefono cellulare usato solo quando strettamente necessario. I conti del raccolto, le quote del latte munto e la tracciabilità dei capi d'allevamento si segnano ancora a penna su quaderni e taccuini.
Milano si tocca con una mano, ma per alcuni di loro è come se fosse New York.
Sbarcare il lunario non è facile, le stringenti regolamentazioni europee costringono agricoltori e allevatori a continui sacrifici economici per la messa a norma di ambienti e strutture. Durante il mio viaggio all'interno di questa comunità rurale ho avuto modo di conoscere persone che mi hanno accompagnato in un mondo sino ad allora a me sconosciuto. Insieme alla mia macchina fotografica gli ho seguiti, ascoltati e fotografati; mi hanno insegnato a trascorrere il tempo adattandomi ai loro ritmi, spesso lenti, ma precisi, sconosciuti nel mio quotidiano, ma che dentro di me conosco molto bene.
Di giorno in giorno sono passato da una cascina all'altra, ho camminato di campo in campo, ritrovandomi immerso in luoghi inalterati nel tempo, che hanno origini sin dai primi anni del 1700, e che hanno visto poi il loro maggior sviluppo nell'Ottocento, quando il capitalismo penetrò anche all'interno delle campagne.
Paesaggi e vedute da pellicola americana, un territorio ricco di fontanili, di rogge e di una
ingegnosa rete idrica che deve le sue origini al progetto e al lavoro dei monaci cistercensi che a partire dal XIII secolo bonificarono gran parte di queste terre realizzando il sistema irriguo ancora oggi ben visibile e funzionante e che rese l'agricoltura di questi luoghi, così come poi la definì nel 1700 il grande agronomo e scrittore inglese Arthur Young, una delle agricolture più avanzate nel mondo. Twenty to Milan è il prosieguo di un progetto fotografico e antropologico sul territorio, tutt'ora in fase di evoluzione, nato dal desiderio di conoscere origini e persone e vuole essere una testimonianza del legame profondo che esiste ancora fra le ultime realtà contadine dell’hinterland milanese con il passato e la tradizione del territorio.
Giancarlo Carnieli nasce a Milano, inizia a fotografare durante gli anni dell'Accademia di Belle Arti di Brera mentre studia scenografa e dove frequenta il suo primo corso di
tecniche fotografche. Prima di dedicarsi completamente alla fotografa lavora in teatro e successivamente all'interno di uno studio di pittura dove realizza trompe l'oeil su commissione. Per dieci anni ha fotografato con l'ausilio di una piccola macchina fotografica compatta le abitudini e le pose delle persone lungo le spiagge e località balneari di mezza Europa dando vita al lavoro “Bagnanti”.
Realizza “Mondiale”, progetto sull'Alzheimer, al quale dedica quasi tre anni di riprese
fotografiche alla nonna malata. Nelle sue fotografe si dedica principalmente a raccontare la storia delle persone e le origini del territorio.
I suoi progetti “Bagnanti”, “On The Roadano”, “Mondiale”, “Nerò, Terre d'Acqua”, “Novel #1” e “20' To Milan” sono stati oggetto di mostre in differenti luoghi, tra i quali Festival della Fotografa Etica di Lodi (OFF), Voghera Fotografa, Spazio Raw Milano e Fuorisalone.
A Marzo 2019 insieme a Massimo Fiameni Design pubblica il suo primo libro “20 to Milan”, il libro viene esposto durante l'edizione 2019 del MIA PHOTO FAIR di Milano.
MOSTRA NEL CASSETTO: GIUSEPPE PELLEGRINI
SPAZIO SPECIALE SOCI: ANGELO PIOVANELLI
SPAZIO STORIA DELLA FOTOGRAFIA: IL RITRATTO FEMMINILE NELL’800 a cura di Gabriele Chiesa
fino al 4 ottobre 2020
orari di apertura: mart-merc-giov 9/12
sabato-domenica 16/19