il nostro 900 :: PIERO VISTALI
inaugurazione: sabato 9 gennaio 2016 hh 17.00
IL NOSTRO 900.VOLTI E MEMORIE DELLA BRESCIA IN BIANCO E NERO fotografie di PIERO VISTALI
Piero vistali nasce a Collebeato nel 1922. Inizia a dipingere all’età di quindici anni e dopo gli anni difficili della guerra e della ricostruzione viene assunto come tipografo, prima alla Morcellania, poi alla Voce del Popolo ed infine definitivamente al Giornale di Brescia. La sua passione per la fotografia inizia nei primi anni ’50, su quella strada per Polavano che percorreva finito il lavoro al giornale.
“…avevo cominciato a fare la rubrica I mestieri che scompaiono e il direttore diceva che io avevo visto prima degli altri che stava finendo un’epoca; questo era proprio nell’intenzione, avevo capito che non c’erano più..Le manifestazioni, le sagre..adesso le riprendo ancora, ma allora erano spontanee. Al Carnevale di Bagolino eravamo su io e Fausto Schena appena, nessun’altro..non c’era anima viva, non c’era nessuno; mi ricordo che andavamo su in moto, lui aveva vent’anni più di me, un freddo boia ma andavamo..”
In quegli anni Vistali partecipa ai primi concorsi, con una vecchia macchia a soffietto con obiettivo Zeiss, entra nel Cinefotoclub Brescia e arrivano i primi grandi riconoscimenti: vince a Buenos Aires, Calcutta, Londra, Parigi, Suzzara dove in giuria c’era Cesare Zavattini, entra nell’Associated Press, che all’epoca rivaleggiava con Life.
Vistali riusciva a cogliere la poesia del reale, riusciva a cogliere l’eterno frammento della realtà, e passava poi in camera oscura a “truccare” le proprie immagini: maestro di acidi e sviluppi, musicista dell’ingranditore, ci ha lasciato stampe di grande intensità e perizia tecnica, che in mostra potremo ammirare nei loro originali, come uscirono dalle mani del loro demiurgo.
Le sue fotografie sono legate da alcuni temi sempiterni: la fanciullezza, i suoi giochi, la spensieratezza, il lavoro e la dignità dell’uomo di fronte anche ai mestieri più umili, la i mercati, le feste, le sagre, il folklore della nostre tradizioni attraverso i volti e gli sguardi dei protagonisti.
Le sue fotografie in bianco e nero sono dei capolavori della grafica, armoniose e perfette, riescono accogliere l’atmosfera di un’epoca. Si sentiva in fondo uno del popolo e con grande umiltà in mezzo a loro a scattato le sue fotografie migliori. Ma amava anche l’insolito, il caso, una sorta di realismo poetico che si ricollega alla cronaca ma a questa aggiunge quella nota evocativa ed emozionale. Il mondo ritratto è quello dell’immaginario neorealista, i volti sono quelli che si stavano riprendo dal trauma della guerra e dagli anni difficili del dopoguerra, brani di vita contadina, di vita quotidiana per le strade e stralci di attimi rubati alla quotidianità.
Verso la fine degli anni ’70 Vistali smise di fotografare, ritornando a dipingere, in un momento in cui fotografare non lo divertiva più. La mostra vuole ricordare attraverso un corpus di cinquanta immagini uno dei grandi fotografi bresciani, scomparso nel 2001, che meriterebbe di avere il giusto posto nell’olimpo dei fotografi italiani, al pari di molti riconosciuti a livello internazionale.
(testo di Luisa Bondoni)
esposizione dal 9 gennaio 2016 | inaugurazione: sabato 9 gennaio 2016 hh 17.00